SCOLIOSI: Cos’è e come trattarla

SCOLIOSI: Cos’è e come trattarla

Scritto da Marco Patrizi
 
La scoliosi è una patologia della colonna vertebrale che colpisce circa il 3% della popolazione. Nell’80% dei casi si tratta di scoliosi idiopatica (causa sconosciuta) e si manifesta prevalentemente tra gli 8 e i 12 anni. La presenza di questa patologia si riscontra maggiormente nelle donne rispetto agli uomini con un rapporto di 7 a 1.

Descrizione patologia

La scoliosi consiste nella deviazione laterale della colonna vertebrale su un piano frontale che si accompagna a una torsione e rotazione dei corpi vertebrali e di tutte le strutture anatomiche connesse, proprio per questo viene utilizzato anche il termine di rotoscoliosi, osservabile a livello estetico dalla presenza del gibbo.
 
mal di schiena frosinone
Colonna normale                      Colonna Scoliotica
 
La scoliosi può interessare diverse zone della colonna vertebrale; può essere:
  • Scoliosi lombare
  • Scoliosi dorso-lombare
  • Scoliosicombinate, dorsali e lombari
  • Scoliosi dorsali
  • Scoliosi cervico-dorsali       

Cause e fattori di rischio

Le scoliosi sono sostanzialmente di due tipi:
  • Scoliosi non strutturale (paramorfismo) quando la curvatura della colonna vertebrale è modificabile e deriva da fattori a monte, quali la differenza nella lunghezza delle gambe, postura scorrettaspasmi muscolari o malattie di natura infiammatoria come l’appendicite. La cura prevede la correzione del problema primario
  • Scoliosi strutturale (dismorfismo) definitiva. Può far parte di un’altra malattia o essere un problema a sè. Le scoliosi di questo tipo sono a loro volta suddivisibili in:
  • Idiopatiche, di questo tipo di scoliosi non è possibile identificare la causa. Si tratta della maggioranza delle scoliosi osservabili. Le scoliosi idiopatiche si riscontrano nei soggetti durante l’età di sviluppo e si aggravano maggiormente in periodi quali l’adolescenza, in cui lo sviluppo è più rapido. Colpiscono in prevalenza il sesso femminile
  • Congenite, connesse a malformazioni vertebrali fetali
  • Acquisite, conseguenti a malattie neurologiche o muscolari (paralisi celebrale, distrofia muscolare, poliomielite). Un gruppo a parte tra le acquisite è rappresentato dalle scoliosi statiche, dovute cioè, ad una obliquità del bacino conseguente a una dismetria degli arti inferiori  
postura corretta frosinone

         Esempi di posture corrette e scorrette

Sintomi

Spesso nei bambini e negli adolescenti la scoliosi non presenta sintomi in quanto non provoca dolore e non compromette lo stato di salute generale. E’ per tanto difficile per gli adulti accorgersi del problema fin quando non diventa evidente.
scapole alate
Scapole alate
 
Negli adulti che hanno raggiunto il completo sviluppo fisico raramente si va incontro a peggioramenti.
I sintomi osservabili sono variabili ma tra i comuni sono:
  • Posizionamento asimmetrico della testa in relazione alle spalle e al bacino
  • Differenza all’altezza delle spalle
  • Scapole non uniformi (scapole alate). Una scapola può sporgere o essere più alta rispetto all’altra, indicando una scoliosi toracica o cifosi (curvatura anomala all’indietro)
  • Curvatura posteriore accentuata.
  • Prominenza eccessiva toracica e lombare
  • Prominenza accentuata dei glutei
  • Asimmetria dei “triangoli della taglia”: la differente distanza tra braccia e corpo su un lato rispetto all’altro
  • Differenza nella lunghezza delle braccia  mentre si tengono giù, rilassate
  • Altezze delle anche irregolari e piega della vita: un fianco può essere più alto dell’altro, e la piega della vita può essere più profonda o più prominente da un lato
  • Curvatura laterale della colonna vertebrale
  • Differenza di lunghezza delle gambe dal tallone al bacino, con il paziente in ortostatismo
In casi gravi si osserva una ridotta capacità polmonare e disfunzioni cardiache.

Diagnosi

E’ fondamentale valutare se si è in presenza di un paziente affetto da scoliosi strutturale o semplice atteggiamento scoliotico, in quanto sarebbe dannoso sottovalutare una scoliosi strutturata e lo sarebbe altrettanto trattare con lunghe terapie un semplice vizio posturale.                  
    
Test del filo a piombo
               
 Il paziente scoliotico deve essere esaminato in stazione eretta, flesso in avanti e disteso su un lettino;
  • Test del filo a piombo il paziente è posto in ortostatismo e tramite uno speciale filo a piombo viene valutato un eventuale squilibrio tra tronco e pelvi. Il filo viene poggiato a livello della 7a vertebra e fatto ricadere nella piega interglutea
  • Test di Adams (o Bending Test): il paziente è flesso in avanti. Viene valutato l’incurvamento dei processi spinosi e l’entità del gibbo costale tramite l’utilizzo di uno scoliometro (una sorta di livella con una scala graduata, atto a misurare la distanza in centimetri del gibbo dall’emitorace controlaterale)
  • In posizione supina, su un lettino si misura la lunghezza degli arti e si valuta la conformazione del rachide e il trofismo della muscolatura paravertebrale. Trazionando il paziente per il capo e facendogli compiere dei movimenti laterali è possibile valutare l’elasticità ed il livello di corregibilità della curva scoliotica
Quando i sintomi sono evidenti e quindi sospettiamo la presenza di scoliosi questa verrà confermata tramite un esame radiografico (RX):
  • In ortostatismo (posizione eretta) per analizzare le curve e calcolare la rotazione vertebrale; misurare la diversa lunghezza degli arti inferiori e quindi rilevare una coesistente obliquità del bacino
  • In clinostatismo (col soggetto chinato in avanti) per determinare il numero delle curve e misurare il grado dell’angolatura (metodo Cobb)
  • Bending laterale destro e sinistro (in massima inclinazione laterale) al fine di valutare la correggibilità della curva in base al grado delle alterazioni morfologiche presenti nel rachide 
L’esame radiologico permette inoltre di confrontare l’età ossea e quella cronologica, che spesso in fase di crescita differiscono (test di Risser)
 
Durante la crescita questi esami clinici dovrebbero essere ripetuti ogni sei mesi.

Trattamento chirurgico

Attualmente, sempre più di rado si ricorre al trattamento chirurgico delle scoliosi.
 
Questo viene riservato al trattamento delle scoliosi più gravi, oltre i 45° Cobb, nel caso vengano diagnosticate tardivamente e solo in seguito all’utilizzo di corsetti gessati e terapie incruente, se queste non hanno avuto esiti positivi.
 
Trattamenti chirurgici:
Per artrodesi: indicata per i pazienti adulti che abbiano già raggiunto la maturità scheletrica, in quanto si tratta di un innesto di tessuto osseo nella zona interessata dalla scoliosi al fine di portare ad una fusione della colonna. Questo tipo di intervento è altresì sconsigliabile nei pazienti in fase di crescita. Successivamente si procede all’applicazione di un corsetto gessato per tutto il tempo necessario all’attecchimento dei trapianti stessi.

Metodica di Cotrel-Doubousset

Prevede la fissazione segmentaria della curvatura tramite apposite barre che evita la prolungata immobilizzazione del paziente tramite il corsetto gessato. E’ però necessario che il paziente, nel decorso post operatorio segua ripetuti cicli di ginnastica respiratoria e fisiochinesiterapia.
 
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Metodica di Cotrel-Dobousset

Trattamento neurochirurgico

Nel caso di una scoliosi idiopatica nella quale un esame di Risonanza Magnetica (RNM) della colonna abbia rilevato che la patologia è dovuta ad una forza di trazione anomala provocata dal legamento del filum terminale è indicato ricorrere ad un intervento neurochirurgico eziologico che elimina la causa e a seconda dei casi riduce o elimina del tutto la curvatura scoliotica.
 
Quando la scoliosi non supera i 40/50° Cobb questo trattamento arresta l’avanzare della scoliosi, ma anche qualora fosse superiore ai 50° previene alcuni rischi successivi alla fissazione vertebrale.

Trattamento conservativo

Nel caso di scoliosi con curvatura superiore ai 20° Cobb si ricorre in genere all’utilizzo di corsetti ortopedici di diverso genere:
  • Milwaukeeè indicato nelle scoliosi dosali nei pazienti preadolescenti. E’ caratterizzato da una presa pelvica in plastica confezionata su un calco in gesso riproducente le caratteristiche anatomiche del paziente collegata a una sovrastruttura di aste metalliche sormontate da un collare che stimola il paziente a eseguire continui esercizi di autoestensione della colonna.
 
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Corsetto Milwaukee
 
  • Boston e Chenou sono invece corsetti univalva, aperti posteriormente e privi di sovrastrutture metalliche. Questi tipi di corsetti svolgono una funzione deflettente e derotante sulle curve patologiche.
I corsetti vengono indossati dal paziente il numero necessario (a seconda del caso) di ore giornaliere e il loro utilizzo è coadiuvato da esercizi fisici mirati e regolari per educare il paziente alla respirazione ed impedire l’atrofia dei muscoli a lungo inutilizzati. L’utilizzo del corsetto si protrae in genere fino alla maturità scheletrica.
 
Nei casi più gravi è necessario ricorrere all’applicazione per brevi periodi (2 o 3 mesi) di corsetti gessati realizzati direttamente sul corpo del paziente durante lo svolgimento di manovre correttive (trazione, derotazione, deflessione) effettuate su lettini ortopedici.
 
In seguito alla rimozione del corsetto gessato si passa in genere al corsetto in plastica, come sopra descritto.
 
Se il disallineamento della colonna è lieve è consigliabile trattare la patologia tramite la somministrazione di esercizi specifici chinesiologici, affiancati, se necessario dall’utilizzo di un corsetto.
 
Fra i più conosciuti metodi di trattamento con esercizi citiamo:
  • Mézières:  consiste in specifiche tecniche di manipolazione ed esercizi, con lo scopo di eliminare le tensioni muscolari, migliorando la postura e la coordinazione dei movimenti
  • Bobathprevede un ricondizionamento propriocettivo, basandosi su esperienze sensoriali e motorie. E’ rivolto a pazienti con patologie neurologiche
  • Kabatsi basa sulla propriocezione, permettendo al paziente di recepire se stesso all’ interno di uno spazio attraverso l’utilizzo dei recettori sensoriali
  • Klappsi basa su principi, secondo i quali, le patologie funzionali dell’uomo derivano dalla postura eretta
  • SEASprevede un protocollo di esercizi mirati al miglioramento dell’equilibrio e della stabiltà della colonna vertebrale
 
ginnastica posturale frosinone
Ginnastica posturale metodo Mézières
 
Nei centri KINETICSPORTCENTER lo scopo è costruire un efficace apporto neuro-muscolare, offrendo maggiore stabilità e controllo della colonna attraverso la pratica della ginnastica posturale sotto la supervisione di terapisti esperti e altamente qualificati.

Le 5 fasi riabilitative del KINETICSPORTCENTER

Il percorso fisiokinesiologico, secondo la filosofia del KINETICSPORTCENTER, persegue i seguenti obiettivi in 5 fasi:
  • Ridurre l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa tramite sofisticate tecnologie riabilitative
  • Recuperare l’articolarità e la flessibilità, ripristinando la completa mobilità del tronco in assenza di dolore
  • Sviluppare le fibre toniche dei muscoli per stabilizzare la colonna tramite il rinforzo muscolare
  • Recuperare la coordinazione esercitando l’equilibrio assiale del tronco, con il rachide in postura corretta
  • Recupero de gesto motorio nella vita attiva e per l’atleta il recupero del gesto tecnico dello sport specifico praticato.
 
 

RECUPERO DELLA FORZA E DELLA RESISTENZA MUSCOLARE

 
 
Via Cona, 86 – 03030 Castelliri (FR)
 
Via Gaeta (I Traversa), 9 – 03023 Ceccano (FR)
 
Pubblicato da: Marco Patrizi in Fisioterpia • 17 Gennaio 2019