MORBO DI HAGLUND: CAUSE, SINTOMI E TRATTAMENTO
I. ANATOMIA DEL PIEDE
Il piede è una struttura anatomicamente complessa posta all’estremità distale dell’arto inferiore, su cui agiscono tutti i carichi generati dal movimento corporeo. Risulta composto da 28 ossa (se si considera anche la possibile presenza in alcuni soggetti di piccole ossa accessorie incostanti dette sesamoidi, collocate in aree variabili del piede) suddivise in tre regioni
- avampiede: costituito dai 5 metatarsi e dalle falangi prossimale, intermedia, distale per le dita dal II al V e solo prossimale e distale per il I dito;
- mesopiede: zona intermedia formata dalle ossa tarsali cuboide, tre cuneiformi e navicolare (o scafoide);
- retropiede: zona posteriore composta da due ossa fondamentali, ovvero l’astragalo (o talo) ed il calcagno e che si articola con la porzione inferiore della gamba.
II. COSA E’ IL MORBO DI HAGLUND
Descritta per la prima volta nel 1928 dal dott. Haglund, il morbo di Haglund è un’osteocondrosi spesso bilaterale caratterizzata dalla comparsa di un’esostosi (protuberanza ossea) del calcagno (solitamente nella zona postero-laterale) e di una borsite retrocalcaneare. A queste si associa una degenerazione di natura infiammatoria del tendine d’Achille nel punto d’inserzione sull’apofisi posteriore del calcagno (tendinopatia achillea inserzionale) e segni di ipercheratosi (o callosità) e di eritema calcaneare.
III. CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
- anatomiche: dovute ad un aumento della tuberosità ossea postero-superiore o postero-laterale del calcagno oppure ad una sporgenza della regione postero-laterale del calcagno determinata da un varismo del retropiede in assenza di fenomeni di esostosi ossea evidente;
- funzionali: determinate da un aumento e/o non corretto svolgimento dell’attività fisica, lavorativa e sportivo-agonistica.
- utilizzo di calzature non idonee (es. scarpe con tacchi molto alti o con contrafforte, cioè bordo posteriore, troppo rigido e stretto);
- attività sportiva o lavorativa che prevede sforzi e sollecitazioni continue sul piede (in particolar modo sul tallone);
- presenza di un’ alterato equilibrio morfologico e funzionale del piede (es. piattismo/cavismo o valgismo/varismo del piede).
IV. SEGNI E SINTOMI
- I principali sintomi e segni clinici del morbo di Haglund sono:
- Dolore retrocalcaneare (spesso esteso al decorso del tendine d’Achille);
- Protuberanza ossea calcaneare;
- Rossore e tumefazione calcaneare (segni tipici di infiammazione);
- Eritema calcaneare;
- Ipersensibilità cutanea nella zona inserzionale del tendine d’Achille;
- Ipercheratosi (callosità) della cute locale;
- Borsite retrocalcaneare;
- Difficoltà ad indossare calzature chiuse;
- Limitazione funzionale nel cammino con zoppia.
V. DIAGNOSI
VI. TRATTAMENTO
A seconda dell’intensità dei sintomi e della gravità del quadro clinico, il trattamento del morbo di Haglund si differenzia in conservativo o chirurgico.
- l’uso di calzature adeguate (aperte posteriormente o con contrafforte morbido e rialzato);
- l’ assunzione di farmaci antinfiammatori locali o sistemici;
- l’utilizzo di cuscinetti o talloniere morbide in silicone per attutire il contatto e lo sfregamento sulla regione calcaneare;
- l’applicazione di plantari che riequilibrino i difetti morfo-funzionali del piede;
- l’esecuzione di cicli di fisioterapia riabilitativa (descritta in dettaglio successivamente);
- la sospensione temporanea delle attività sportive.
VII. RIABILITAZIONE
- FASE 1 – RIDUZIONE DEL DOLORE E DELL’INFIAMMAZIONE: gli obiettivi di questo step sono la riduzione della sintomatologia dolorosa e del quadro infiammatorio instauratosi, nonché la riduzione del gonfiore e dell’edema locale.
- FASE 2 – RECUPERO DELL’ARTICOLARITA’ E DELLA FLESSIBILITA’: il target terapeutico è quello di raggiungere il completo range di movimento di un articolazione o il ripristino di un movimento specifico in assenza di dolore.
- FASE 3 – RECUPERO DELL FORZA E DELLA RESISTENZA MUSCOLARE: lo scopo di tale fase è il miglioramento e recupero della forza e della resistenza muscolare sia dei gruppi muscolari locali alla sede del problema, sia di quelli adiacenti, secondo un approccio globale.
- FASE 4 – RECUPERO DELLA COORDINAZIONE: l’obiettivo prefissato è il recupero della coordinazione spaziale e dell’equilibrio corporeo statico e dinamico.
- FASE 5 – RECUPERO DELLA GESTUALITA’: lo scopo della quinta fase è, per la persona comune, il recupero delle normali gestualità della vita quotidiana attiva e, per l’atleta, il recupero del gesto tecnico sport specifico che dovrà essere eseguito con precisione.
- FASE 1: sedute di terapia strumentale localizzata con elettroterapia antalgica (TENS), ionoforesi, ultrasuonoterapia/crioultrasuonoterapia, laserterapia, onde d’urto radiali e crioterapia anche a domicilio con impacchi brevi e frequenti ( si consigliano 3 – 5 applicazioni al giorno per circa 10 – 15 min).
- FASE 2: esecuzione di sedute di massoterapia e di tecniche manuali specifiche quali “cupping therapy” e “ FCF – Fibrolisi Connettivale Fasciale” per la riduzione della tensione muscolare e per un rilascio mio-fasciale locale che consenta di aumentare i gradi del ROM articolare dell’articolazione tibiotarsica e delle diverse articolazioni del piede. Tale fase comprende anche mobilizzazioni specifiche del tendine d’Achille e dell’articolazione della caviglia, sia passive che attivo-assistite ed attive: l’obiettivo finale è il recupero completo del movimento di flessione dorsale e plantare della tibiotarsica in assenza di dolore, unito ai singoli movimenti delle dita del piede.
- FASE 3: esecuzione di esercizi mirati di stretching e rinforzo muscolare dei principali gruppi muscolari locali (tricipite surale, tibiale anteriore, tibiale posteriore, peronieri, estensore proprio dell’alluce, estensore comune delle dita, flessore comune delle dita) per una migliore resistenza e stabilizzazione articolare della tibiotarsica.
- FASE 4: esecuzione di esercizi statici e dinamici volti al recupero delle capacità coordinative e propriocettive (es. esercizi su cuscinetti o tavole propriocettive oppure su tappeti elastici).
- FASE 5: svolgimento di un programma personalizzato di riatletizzazione funzionale propedeutico al ritorno all’attività sportiva agonistica e non.
RECUPERO DELLA FORZA E DELLA RESISTENZA MUSCOLARE